Associazione Mantovani nel mondo

Contadini e pellagra a cura di Luigi Rossi

Come esempio scelgo la provincia di Mantova e riferisco alcuni dati presi dalla relazione presentata quest’anno al Governo dalla Deputazione provinciale. La pellagra è più diffusa nella provincia di Padova, Vicenza e Udine: cio nonostante preferisco citare i casi del Mantovano perché sono più importanti dal lato sociale; gli operai soffrono meno la terribile malattia che non i proprietari che mangiano peggio.

I pellagrosi nella provincia di Mantova il 15 novembre 1904 erano 1233 compresi i maniaci nei manicomi; e di questi pellagrosi 217 furono denunciati nell’ultimo anno. Ne guarirono solo 186 fra uomini e donne: cosicché ne rimasero ancora 1047 affidati alle cure dei medici. Questi sono distribuiti in modo diverso nelle tre zone in cui si divide la provincia; e stanno peggio i contadini che abitano nell’Alto Mantovano.  Anche qui appare il triste esempio che non basta la divisione della terra per divincolarsi dalla miseria; il numero dei proprietari è maggiore nell’Alto Mantovano e sono più miseri e più stremati che dovunque.

                                          Abitanti                            Pellagrosi

Alto Mantovano             47701                                    270                  5,66 per mille

Medio Mantovano       130549                                    303                  2,32 per mille

Basso Mantovano        137198                                 474                  3,45 per mille

totale                            315448                                   1047                3,31 per mille

Che sopra mille contadini del Mantovano ve ne siano più di cinque i quali soffrono la pellagra è un disonore per l’Italia; e come sono vergognosi i contadini di soffrire questa malattia che loro imprime le stigmate della miseria, anche la patria deve sentirsi umiliata. La barbarie dei popoli è meno umiliante di questa nostra miseria.

La pellagra (che manca nelle provincie più povere dell’Italia meridionale) la vediamo invece diffondersi anche nelle regioni dove i contadini stanno discretamente, come nella provincia di Novara. L’aumentato benessere della popolazione viene indicato dal diminuire di tale malattia. Riferisco alcune cifre che indicano il numero dei malati di pellagra curati annualmente in una serie di periodi di dieci in dieci anni: numero di pellagrosi curati nell’Ospedale Maggiore di Novara: 144 (1862); 126 (1872); 8 (1902). Si ha così una misura del progresso che si è compiuto spontaneamente. La diminuzione in trent’anni da 126 casi ad 8 rappresenta la scomparsa della pellagra dovuta al miglioramento economico della città di Novara: mentre i 1233 malati di pellagra della provincia di Mantova provano che i piccoli mezzi non producono alcun effetto visibile e che occorre una trasformazione radicale. Quando negli scioperi i contadini dicono ai soldati ed ai carabinieri che li minacciano colle armi “se non ci aiutiamo noi, nessuno ci aiuta” essi hanno ragione.

I pellagrosi sono gli elettori dei deputati socialisti. Fino a che sussisteranno la pellagra e la fame cronica è dovere nostro di combattere perché siano migliorate le condizioni dei poveri.  Dobbiamo lottare perché il principio individuale che ora domina l’organizzazione economica non produca sì grave ingiustizia. L’ideale dell’Italia dev’essere che la Monarchia diventi un governo sociale.

a cura di L. Rossi, Bochum

 

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