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La scomparsa di Fabio Norsa

La scomparsa di Fabio Norsa

Lutto per Mantova e per la Comunità ebraica: è morto Fabio Norsa, presidente della Comunità ebraica mantovana. Aveva 65 anni e la sua scomparsa ha destato profonda emozione e sconforto, anche perchè è stato attivissimo e pieno di entusiasmo fino a poche settimane fa.. Chi gli era vicino sapeva che era malato da tempo, ma nessuno poteva immaginare che la fine sarebbe arrivata quasi improvvisa. Fabio Norsa, che lascia la moglie, due figli e tre nipotini, era stato dirigente dell’Enel.

Ma era conosciutissimo per l’impegno come presidente della Comunità ebraica e, negli ultimi cinque anni, per quello contro il razzismo e le discriminazioni. Era infatti presidente dell’Osservatorio contro le discriminazioni, fondato insieme ad altre realtà mantovane, tra le quali la comunità sinti. In questo ruolo, ma anche come valori di una intera vita, Norsa ha perseguito l’obiettivo di costruire una società più aperta, tollerante e accogliente, memore delle tragedie del passato che anche questa piccola realtà ebraica italiana aveva dovuto sopportare. Si ricorda ancora il suo intervento il 6 settembre 2008 a Ostiglia in occasione del Convegno sulla Pace in cui ribadì l’importanza della pace al di là di tutte le religioni e filosofie varie con la precedenza nel rispettare qualsiasi persona. 
A Mantova la presenza ebraica è testimoniata dai primi documenti certi, fin dall’anno 1145. Successivamente, soprattutto con i Gonzaga, la città nel Cinquecento diventa una delle maggiori comunità ebraiche italiane del tempo: oltre 3.000 persone, ovvero il 7% della popolazione della città. Di questa grande vivacità culturale e religiosa, ne erano testimonianze le sei sinagoghe del ghetto di Mantova, edificate tra il XVI e il XVII secolo, oggi scomparse con la demolizione del quartiere ebraico agli inizi del Novecento. Di una soltanto, la Norsa Torrazzo (costruita nel 1513 ma rifatta nel 1751), sono sopravvissuti gli arredi e le decorazioni perché si decise di ricostruirla così com’era in un altro edificio scelto come nuova sede della comunità ebraica di Mantova. Con l’emancipazione e le opportunità che derivano dall’Unità d’Italia, inizia il lento declino demografico della Comunità mantovana che vede i giovani e interi nuclei familiari trasferirsi a Milano: dai circa 2.000 iscritti della metà dell’800, si passa ai 1.093 nel 1901. Il nefasto periodo delle leggi razziali e delle persecuzioni nazi-fasciste incise ulteriormente sulla vita della Comunità: il 4 aprile 1944 ci fu la prima deportazione di 44 ebrei mantovani ad Auschwitz. Nel complesso furono 104 gli ebrei mantovani deportati nei campi di sterminio dell’Olocausto. Di questi, solamente 5 furono i sopravvissuti. Oggi la comunità conta solo poche decine di iscritti.

Fabio Norsa lascia la moglie, due figli e tre nipotini. A loro e alla Comunità ebraica di Mantova il cordoglio e le condoglianze dell’Associazione
Fonte : Gazzetta di Mantova

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