Non dimentichiamo Mantova,il suo territorio,il suo patrimonio artistico e la sua gente. La notizia di un terremoto che ha colpito Mantova mi ha colto, come tutti i cittadini virgiliani di sopresa. Non ci avevano sempre detto che noi eravamo in una zona tra le piu’ sicure da eventi sismici ? Non ci avevano sempre tranquilizzati che poggiando su terreno alluvionale non vi eran pericoli di sorta, tant ‘è che gli ultimi terremoti risalivano a ben cinquecento anni fa? No. Tutto sbagliato: oggi gli esperti ci spiegano che l’ Appennino spinge in su,a sua svolta sospinto dalla placca africana che si avvicina verso il continente:lo si sapeva da anni tant’è che ora spuntano studi storici, dati, analisi e previsioni, anche recenti. Anzi ora che l’evento tragico è calato sulle nostre vite, ci informano che le scosse potrebbero protrarsi per mesi e che non si è in grado di prevedere nessun tipo di evoluzione, nè in positivo ne’ in negativo. Ora sarebbe facile scagliarsi contro le istituzioni, la casta, contro tutti coloro che potevano e non hanno fatto, a cominciare da leggi, normative e piani urbanistici che comprendessero il rischio sismico. Solo che non ora c’è tempo per le polemiche.Occorrono fatti e azioni,urgenti e soprattutto che venga resa pubblica in Italia e all’estero la reale situazione in cui ci troviamo noi a Mantova. Ora tutti i mass media nazionali e internazionali, salvo rare eccezioni, hanno parlato solo del terremoto in Emilia dimenticando Mantova e la sua gente. Non voglio qui disquisire dei motivi o delle ragioni di questa apparente discriminazione, ma lanciare un appello affinchè la mia città e la mia provincia vengano aiutate e sostenute in questo momento cosi drammatico.
Non vogliamo interventi assistenzialistici, non vogliamo delegare ad altri il nostro destino i mantovani non mancano certamente di voglia di lavorare e di ricostruire ma non vanno lasciati soli. La nostra Provincia è sempre stata ai primi posti come reddito procapite e vivibilità con una fittissima rete di associazioni di volontariato, sempre pronta ad aiutare le altre provincie e regioni italiane in occasioni di calamità naturali con i Gruppi locali di Protezione civile, con gli alpini, la Caritas, gli scouts, l’Avis e altri sodalizi. Ricordo ancora il gruppo alpini del mio paese andare in soccorso delle popolazioni in Friuli e piu’ recentemente l’intervento in Abruzzo della nostra Protezione civile lombarda e mantovana. Noi mantovani, come tanti altri italiani, siamo sempre stati solidali con gli ,altri. Oggi l’unica voce a livello di informazione che si sente sul sisma a Mantova è quella della storica Gazzetta di Mantova, anche in versione online, a cui stiamo affiancando il Portale dei Lombardi nel Mondo
www.lombardinelmondo.org e il Sito dei Mantovani nel Mondo
www.mantovaninelmondo.eu, della Provincia di Mantova e dei Sindaci mantovani, andati a Bologna per l’appuntamento degli amministratori locali con il Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano ( di cui allego sotto l’intervento del Sindaco di Moglia Simona Maretti).
E’ vero a Mantova il numero delle vittime è stato limitato ma i danni alla comunità virgiliana sono tremendi con il turismo bloccato e le attività economiche rallentate in metà provincia, un patrimonio artistico che rischia di andare distrutto. Metà dei Comuni hanno le Chiese, gli edifici scolastici e molti Municipi inagibili il che significa una paralisi della vita civile. Nel dettaglio abbiamo 107 chiede lesionate di cui 14 a rischio demolizione.Il Palazzo Ducale di Mantova, città Unesco Patrimonio dell’Umanità, è lesionato con danni in fase di stima e tutti i Musei civici sono attualmente in fase di controllo e di verifica. Il Festivaletteratura che a Mantova richiama a settembre migliaia di visitatori rischia di non avere le piazze e gli edifici per l’evento mentre i turismo è già calato del 70%. Abbiamo 50 milioni di euro di danni alle strutture agricole e 220 milioni di danni alla produzione di Parmigiano Reggiano e Grana Padano di cui Mantova è leader nella produzione. Il ponte sul Po a San Benedetto è dissestato dalle scosse e rischia la chiusura con gravi danni all’intera economia della zona mentre le Scuole Medie superiori hanno danni per 3 milioni di euro. Molte scuole faranno gli esami di maturità in strutture di fortuna.
Le campagne e le cascine mantovane ai confini con l’ Emilia sono tutte sconvolte dal sisma e molte aziende sono state costrette a rallentare le produzioni, tra cui quelle del settore biomedicale vitali per l’intero paese. Tra Mantova e l’ Emilia sono a rischio 20 mila posti di lavoro. Durante il sisma ero negli Stati Uniti a Brooklin a New York e poi a Filadelfia per la Festa nazionale del 2 giugno con Filitalia International Foundation di cui sono il Governatore per il Distretto Italia. Ricordo con affetto gli abbracci di solidarietà degli amici friulani, abruzzesi, campani, calabresi e siciliani quando hanno saputo del terremoto in Emilia e a Mantova. ” Non preoccuparti – mi hanno detto – raccoglieremo fondi e aiuti anche per Mantova“. Alcuni anziani avevano le lacrime agli occhi, altri erano sinceramente dispiaciuti, moltissimi avevano avuto parenti nelle zone terremotate del sud. Gerry Valerio Presidente del Brooklin Italians Soccer Club che per anni ha lavorato nell’area di Modena, Mantova e Verona comprando mattonelle e marmi, mi ha chiesto commosso di salutare tutti gli amici emiliani e italiani che aveva conosciuto. Pasquale Nestico Presidente di Filitalia Internationa e Marziale Mirarchi, presidente di un chapter della Fondazione mi sono stati particolarmente vicini venendo essi da un paese Isca sullo Ionio in Calabria, distrutto più volte dai terremoti. Mi hanno assicurato che lanceranno una campagna per aiutare Mantova e i suoi monumenti. Tanta solidarietà dagli italiani all’estero con in cambio, da parte di taluni pessimi rappresentanti della nostra classe politica nazionale e regionale, indifferenza se non di supponenza. Un fatto che dovrebbe far riflettere chi vuole cambiare in meglio il nostro paese. Dovrebbero prendere ad esempio le nostre comunità all’estero che forse amano l’Italia piu’ di noi italiani residenti
Concludo lanciando un appello da Mantova a tutte le Associazioni italiane dell’Emigrazione a cominciare dall’Unaie per tenere accesi i riflettori anche sulla nostra realtà e a sostenere tutti gli sforzi possibili per la ricostruzione,unendo i nostri cuori a quelli delle popolazioni abruzzesi e della città dell’Aquila ancora in attesa della fine degli effetti del terremoto. Stiamo costituendo un Comitato per affrontare l emergenza terremoto . Chi è interessato ci scriva a
mantovaninelmondo@gmail.com Nel frattempo invitiamo ad usare per le donazioni il conto corrente approntato dalla Provincia di Mantova.
Daniele Marconcini
Presidente dell’Associazione Mantovani nel Mondo Onlus
Vice Presidente nazionale UNAIE ( Unione nazionale Associazioni Immigrati ed Emigrati)
Governatore del Distretto Italia – Filitalia International di Filadelfia (Stati Uniti)
Il testo che il sindaco di Moglia, Simona Maretti ha letto oggi a Bologna di fronte al Capo dello Stato
Il territorio della Provincia di Mantova, nonostante il silenzio dei media nazionali, è stato duramente colpito dagli eventi sismici del 20 e del 29 maggio 2012. 16 sono i Comuni maggiormente colpiti, alcuni siti a pochi passi dal territorio emiliano: Moglia, San Giacomo delle Segnate, Quistello, Poggio Rusco, Suzzara, Villa Poma, San Benedetto Po, Felonica, Schivenoglia, San Giovanni Del Dosso, Sermide, Gonzaga, Pieve di Coriano, Mottegiana, Quingentole e Pegognaga. Dal 2 giugno presso il Comune di Moglia – massimamente colpito dal sisma ed epicentro di alcune scosse – è insediato il centro di coordinamento territoriale con funzione di coordinamento delle attività di gestione dell’emergenza presieduto da un Comitato di coordinamento che vede la presenza del Responsabile dell’attuazione degli interventi, del Prefetto di Mantova, del Presidente della Provincia di Mantova, di rappresentanti dei Vigili del Fuoco, dell’Esercito e delle forze dell’ordine, dei Sindaci dei Comuni danneggiati, coadiuvati da un Dirigente della U.O. Protezione civile della Regione Lombardia. Sono ad oggi attive 17 strutture di accoglienza in 13 comuni, delle quali 2 gestite da Regione Lombardia con le colonne mobili – regionale a Moglia e provinciale a San Giacomo – le altre dai Comuni con il supporto delle organizzazioni di volontariato della protezione civile locale. Il numero totale degli ospitati è di 2017 cui va ad aggiungersi, per fare una stima effettiva degli sfollati, il numero di coloro che colpiti da ordinanza di inagibilità – pari circa a 1.300 – hanno trovato provvisoria sistemazione altrove, per un totale complessivo che probabilmente si aggirerà intorno ai 3.000 sfollati.
Dal punto di vista dei danni, il sisma ha messo in ginocchio i centri storici, con pesanti ripercussioni sulla vita sociale e sul commercio locale. Molti Comuni vedranno cambiare radicalmente il volto dei propri centri. Gravissimi sono i danni agli edifici di culto nonché ai municipi, alle scuole e ad altre strutture pubbliche adibite ad attività culturali e/o aggregative, che hanno compromesso la regolarità dei servizi e delle attività e che renderanno necessari demolizioni e lunghi interventi di ricostruzione o corpose ristrutturazioni. Anche la viabilità ha subito importanti provvedimenti interdittivi o limitativi, il più rilevante dei quali riguarda il ponte di San Benedetto Po, vitale infrastruttura di congiungimento tra il Nord e il Sud della Provincia, attualmente chiuso al traffico pesante e presidiato dalla protezione civile. Nello stesso Comune di San Benedetto Po importanti lesioni ha subito il complesso monastico del Polirone.
Dal punto di vista del sistema produttivo, gli eventi sismici hanno devastato l’intero distretto dell’Oltrepo’ mantovano con pesanti ripercussioni sulla filiera agro-alimentare per quanto concerne la produzione di Grana Padano e Parmigiano Reggiano. Il valore della produzione danneggiata è pari a 130.000.000 euro. I formaggi danneggiati si attestano intorno al 40% della produzione complessiva annua della provincia di Mantova. Gravemente compromessi risultano altresì altri settori produttivi – già peraltro provati all’andamento negativo dei mercati – quali il tessile, il legno, la meccanica, la tecnologia che hanno subito, oltre ad un pesante fermo attività legato all’evento calamitoso, consistenti danni negli opifici e dove, peraltro si registrano una forte preoccupazione ed un’istanza di chiarezza in ordine al quadro normativo relativo alle agibilità degli edifici industriali. Va peraltro sottolineata la multifattorialità del danno riportato dal sistema produttivo mantovano: un danno “diretto” che si esprime in termini di perdita di produzione e di produttività, ma altresì un danno “indiretto”, costituendo molte aziende e lavoratori mantovani un indotto del sistema produttivo emiliano ed in particolare delle aziende di Mirandola e Cavezzo a soli 20 km da Moglia.
Non va infine tralasciata la gravissima situazione delle famiglie, alcune delle quali, in un periodo già difficile come l’attuale, si vedono costrette ad affrontare lo spettro della cassa integrazione o addirittura della disoccupazione in conseguenza delle inagibilità delle aziende locali o emiliane, nonché le spese legate alla propria futura sistemazione abitativa in presenza di abitazioni talora gravemente lesionate o addirittura definitivamente compromesse. Le amministrazioni comunali mantovane sono già fortemente impegnate nella ricerca di tutte le possibili forme di aiuto presso le istituzioni comunitarie, nazionali, regionali e provinciali, nonché le associazioni di categoria ed il volontariato al fine di evitare la disgregazione delle proprie comunità, la chiusura o la delocalizzazione di aziende e la rovinosa distruzione del tessuto commerciale. In quest’opera non possiamo dimenticare e sin da ora ringraziare amministrazioni, associazioni e concittadini del territorio lombardo e nazionale per le quotidiane manifestazioni di solidarietà e di aiuto, nonché l’insostituibile lavoro dei Vigili del Fuoco, della protezione civile, dell’esercito, delle forze dell’ordine, della Croce Rossa, dei tanti volontari del territorio che si sono messi a disposizione e del nostro personale che ogni giorno instancabilmente opera al servizio della comunità e della ripresa.
Un’immediata ed incisiva azione dei Comuni e della Provincia di Mantova tuttavia non può prescindere da un forte impegno del Governo italiano atto a dare respiro in primis alle amministrazioni, anche attraverso un serio ripensamento del patto di stabilità per il 2012-2013 che consenta di liberare risorse. Le popolazioni del territorio mantovano – tenaci e laboriose – sapranno mettere da parte la paura e lo sconforto e ricominciare, ma chiedono all’Italia di non essere lasciate sole nel dramma che le ha duramente colpite. Questo significherebbe cancellare, dal punto di vista produttivo, artistico, culturale e sociale, un’area vitale del nostro Paese.
07 giugno 2012
Mantova