Non era mai successo che un terremoto mettesse in pericolo di estinzione un prodotto alimentare, trasformato dall’uomo, quale il parmigiano reggiano. Come non era mia successo che un terremoto facesse cadere a terra 450 mila forme di formaggio e i relativi magazzini. E infine non era mai stata lanciata una campagna per comprare e consumare del formaggio per aiutare produttori e consorzi di vendita ad assorbire i danni economici dovuti al sisma. A tutto eravamao forse preparati ma non a questo. Nè ad un sisma nella nostra Food Valley padana e nè a danni ad una intera filiera
dell’agroalimentare, comprensivi dell sistema di bonifica e regolazione delle acque di intere zone ad alto insdiamento agricolo.
A tutto ciò si sta cercando di porre rimedio nelle modalità piu’ opportune, lanciando appelli al consumo del parmigiano,cercando nuovi magazzini per stoccare il prodotto,aiutando con linee di credito agevolate i produttori e via di seguito. L’unica cosa in cui si sta clamorosomante perdendo tempo e soldi,sembra 250 milioni di euro, riguarda il recupero delle forme danneggiate per le quali l’unica possibilità che dà la legge italiana per pulirle è quella di usare acqua calda a getto e nient’altro. E’ ovvio che non si puo’ pretendere che tutti sappiano come lavare una forma di formaggio ma quando ne cadono a terra mezzo milione, forse agli addetti ai lavori qualcosa dovrebbe essere suggerito dalle autorità preposte quali Ministero dell’Agricoltura e Uffici regionali,magari istituendo una task force che definisca protocolli e modalità urgenti di intervento. Non abbiamo visto nulla di tutto questo. Tonino,50 di lavoro su 70 anni di vita, casaro del Vo’ Grande di Pegognaga (MN) con 30 mila forme a terra,è riuscito ad entrare nel magazzino del parmigiano ,dichiarato inagibile per il sisma, dieci giorni dopo l’evento e ha scoperto che metà delle forme hanno sono coperte di muffa per il 50% della superificie ; essendo stagionate potrebbero essere recuperate lavandole. Come? Nessuno glielo ha spiegato e Tonino si dispera perchè migliaia di euro e do re di lavoro vanno in fumo e anche i guadagni di quei produttori che magari hanno fatto il mutuo per pagarsi le stalle.Ora noi a Mantova, a parte il silenzio iniziale, rispetto all’Emilia, non possiamo lamentarci di come è stato affrontato inizialmente il terremoto avendo avuto il sostegno di un robusto associazionismo ed una efficiente protezione civile regionale ma certamente è incredibile come non si sia affrontato tempestivamente una questione che rischia di far buttare i due terzi della produzione,annullando i vantaggi della campagna per consumare parmigiano. Campagna a cui molti aderiscono pensando di mangiare formaggio “terremotato” quando invece è per la maggior parte quello stoccato e non danneggiato, pagato comunque a prezzi scontati.
Ora nel divulgare le immagini del terremoto con il nostro canale You Tube lombardinelmondo, siamo stati contattati da uno dei massimi esperti mondiali nell’utilizzo di ozono. il prof.Enzo Cutini Ungaro secondo il quale l’ossigeno triatomico (O3),molecola totalmente naturale,ecologica, non
rilascia traccia alcuna nei prodotti alimentari trattati e puo’ quindi essere utilizzata per recuperare le forme di parmigiano. E mentre questo sembra acquisito negli Stati Uniti, Canada,Spagna e in Francia, in Italia la normativa non è del tutto chiara e non prevede protocolli o deroghe all’uso dell’ozono, nonostante l ’emergenza.Vi allegiamo quindi il video e la lettera appello del prof.Cutini al Consiglio Regionale lombardo nella speranza che qualcuno prenda in considerazione forme e modi per salvare il lavoro di migliaia di aziende e di un intero territorio..speigando come pulite dalla… muffa le forme di parmigiano reggiano.
Daniele Marconcini
Presidente AMM Onlus
REGIONE LOMBARDIA – CARLO BORGHETTI: “TRATTAMENTO ALL’OZONO PER SALVARE IL FORMAGGIO DEL TERREMOTO, LA GIUNTA SI ATTIVI”
Il terremoto che ha colpito duramente anche il territorio mantovano, oltre ad aver compromesso la vita dei cittadini e le loro abitazioni, ha anche danneggiato la conservazione e la commercializzazione di tante forme di formaggio: si parla di 650mila forme. La condizione non ottimale in cui sono adesso stoccate ha determinato la formazione di muffe su questi prodotti di eccellenza. Dal momento che la produzione in questione ha per l’economia mantovana una rilevanza notevole, i consiglieri del Pd Carlo Borghetti e Giovanni Pavesi hanno presentato un’interrogazione all’assessore Maccari, nominato da Formigoni vice-commissario per l’intera durata dello stato di emergenza. “Chiediamo che Regione Lombardia si attivi con urgenza presso il Ministero al fine di rendere ammissibile uno speciale tipo di trattamento all’ozono per il lavaggio e la sanificazione del formaggio” dice Borghetti. Tale metodo risulta essere infatti già utilizzato con successo negli Stati Uniti e in Canada.”Da questo particolare processo potrebbe dipendere il recupero di molte forme di formaggio e quindi la sopravvivenza, attualmente incerta, del comparto agroalimentare mantovano”.