Deceduto a Stoccarda Oreste Motta membro del Comites di Stoccarda, originario di San Benedetto Po
Oreste Motta, consigliere eletto in Germania, membro del Comites di Stoccarda e rappresentante del Ctim. Originario di San Benedetto Po, in provincia di Mantova, è deceduto a Stoccarda dove risiedeva dal 1970, Motta aveva 66 anni. L’Associazione Mantovani nel mondo partecipa al lutto che ha colpito la Famiglia e la comunità Italiana nel mondo.
Riportiamo l’intervista al mantovano in Germania Oreste Motta, realizzata prima delle politiche del 2006.
Dalle rive del Po ala Germania, Oreste Motta è un veterano delle battaglie in favore del miglioramento delle condizioni dei nostri emigrati. Con Mantova nel cuore, dalla natia San Benedetto Po si è trasferito a Stoccarda nel 1970, a 23 anni, trovando impiego ed affermazione come tecnico in una grande industria di componentistica elettronica per veicoli. Data dalla metà degli anni Settanta il suo impegno nei Comitati Tricolori degli Italiani nel Mondo, promossi da Tremaglia, che l’ha portato a rivestire molteplici incarichi nella vita associativa della nostra comunità in terra tedesca. Coerente quindi la sua candidatura per il Senato con la lista civica che porta il nome del ministro degli italiani nel mondo. Ecco come questo mantovano si propone agli elettori.
– Perché ha scelto di presentare la sua candidatura al Parlamento italiano?
”Sono stato proposto dal Comitato donne del C.T.I.M. della circoscrizione consolare di Stoccarda e dalla gente, che mi ha conosciuto come coordinatore dei progetti civili e sociali, come contro le espulsioni dei nostri connazionali dal Land Baden-Württemberg, contro i permessi di soggiorno limitati a soli cinque anni o addirittura negati, e poi per l’ iniziativa della doppia cittadinanza”.
– Quali sono le ragioni che l’hanno spinta a scegliere la forza politica con la quale è in lista per il parlamento italiano?
”La lista “con Tremaglia” è ed è stata da sempre l’ organizzazione che ha combattuto per gli italiani all’estero, accettando nelle proprie file chiunque che volesse contare e valere come gli altri che vivono in Italia”.
– Per quale ragione, a suo giudizio, gli elettori italiani residenti all’estero dovrebbero nella sua circoscrizione scrivere il suo nome sulla scheda elettorale?
”Ho lottato per la loro promozione nella società d’accoglienza, per i loro figli, affinchè avessero una buona educazione scolastica, sopportata dalla conoscenza dell’ Italiano e della cultura italiana. I positivi risultati dei progetti, che ho assieme a loro sviluppato e portato a termine li garantisce e li difende contro le anomalie del mercato del lavoro e li salvaguardia dall`espulsione e dalle angherie della burocrazia locale”
.- Se sarà eletto, quale sarà il suo primo atto da senatore?
”Tenere una conferenza stampa a Magnacavallo: paese simbolo dell’ emigrazione mantovana nelle Americhe e nel mondo in generale. Visitare ed onorare il monumento “all’ emigrante”, ivi eretto”.
– Quale pensa che possa essere il contributo che i deputati e i senatori eletti all’estero potranno dare nel Parlamento di Roma?
”Sensibilizzare, rafforzare, legare le comunità italiana di qui col sistema Italia. La cultura, la lingua, i prodotti e il commercio italiano potrebbe trovare attraverso il nostro impegno e conoscenze nuovi sbocchi e prospettive”.
– Quali sono, secondo lei, i bisogni più urgenti degli italiani all’estero nella circoscrizione che intende rappresentare e che il parlamento dovrebbe affrontare con maggiore urgenza?
”Lo scambio dei dati tra i comuni italiani e i comuni tedeschi di residenza dei nostri connazionali dovrebbe essere regolato da accordi bilaterali, per avere sempre un’ A.I.R.E. aggiornata ed affidabile. La detassazione delle pensioni estere dell’italiano che rientra, giacché qui sono nella maggior parte esentasse, grazie a franchigie ed alla introduzione dei minimi esistenziali come ad esempio, per chi è sposato, fino a 15.329 EUR”.
– Qual è oggi il suo rapporto con l’Italia?
“Continuativo, non conflittuale, anzi lavoro troppo e ciò mi impedisce di essere nella “mia Mantova””.
Luciano Ghelfi