Associazione Mantovani nel Mondo – 03/04/2024 – Comune di Mantova – Settore Cultura – Mantova OMSK
Associazione Mantovani nel Mondo – 03/04/2024
Convegno il 06/04/2024 ore 15:30 Mantova – Museo Diocesano – Sala Pozzo – Piazza Virgiliana, 56
Comune di Mantova – Settore Cultura – Mantova OMSK
Si sta svolgendo a Mantova, presso il Museo Diocesano, una mostra assai originale che, sino al 10 maggio, racconterà la storia di un artista che ha fatto, coi burattini, un racconto appassionato della cultura popolare padana: sto parlando di Augusto Corniani, la cui arte, umile e generosa, è testimoniata in quattro stanze che evocano le vicende di ‘Fagiolino’, ‘Sandrone’ e ‘Petronilla’, narrate, a grandi e piccini, nei sessant’anni che sono seguiti alla Seconda guerra mondiale: un po’ per dimenticare gli orrori della guerra e un po’ per mettere in ridicolo la supponenza dei potenti di ogni tempo.
Tale storia, così dolce e, ad un tempo, graffiante, ad un certo punto – all’inizio del nuovo millennio – si è incrociata con quella affettuosa e solenne dell’ingegner Mario Pavesi che, in quegli anni, aveva scelto di fermarsi, dopo tanti viaggi per il mondo, tra i ghiacci della Siberia, nei palazzi freddi della sua capitale regionale – Omsk – ad insegnare lingua e cultura italiana agli studenti della locale Università, proprio utilizzando motivi della cultura popolare della amata terra mantovana.
Mario, ingegnere informatico di successo coi suoi primi programmi economici di gestione-dati su personal computer – tanto professionale da guadagnarsi la stima di Bill Gates! – è stato un personaggio atipico per la nostra quieta, talvolta dormiente, cultura mantovana. Intanto aveva studiato alla ‘Normale di Pisa’, pur provenendo dalla formazione classico-letteraria maturata dal ‘Liceo Virgilio’. Quindi, tra i primi in Italia, aveva fatto la scelta della obiezione di coscienza al servizio militare e, perciò, si era fatto due anni di servizio civile obbligatorio – anziché i 12 mesi richiesti ai militari di leva di allora – in Equador. Ricordo, come fosse ieri, la partenza per Guayaquil da Malpensa, con la mamma, Maria, che, apprensiva come tutte le mamme, lo inseguiva per il gate con le sue raccomandazioni, mentre lui ghignava pensando a come sarebbe stata frugale, ma straordinariamente creativa, la sua vita all’equatore!
Dopo i due anni di insegnamento di “onde elettromagnetiche” nella università ecuadoregna, invece di tornare subito a casa, si comprò un fuoristrada e fece il giro dell’America Latina, in un percorso contrario a quello fatto da Ernesto Che Guevara, qualche lustro prima. Così raccolse un container di reperti della civiltà precolombiana che cercò di spedire in Italia, senza fortuna.
Ma quel viaggio non fu che l’inizio di una serie di grandi imprese, a metà strada tra l’esplorazione e la ricerca di sé, nell’incontro con i “diversi”: imparò una decina di lingue, viaggiò con ogni mezzo – a cavallo, in motorino, con la mitica cinquecento, a piedi – visitò un centinaio di paesi ad ogni latitudine del pianeta, conobbe paesaggi di tutti i continenti, ma soprattutto persone, popoli, culture, religioni.
Solo in parte tutto ciò è raccontato nel suo bellissimo libro – pubblicato dalla Accademia Virgiliana nel 2017 – che, come Associazione Amici di Mario Pavesi, ci onoriamo di continuare a ristampare e diffondere.
Sulla soglia dei sessant’anni, appunto – e precisamente dal 2012 al 2016 – scelse di sostare nella Russia più profonda, approfondendone la conoscenza storica e culturale. Ad Omsk firmò un contratto con l’Università per insegnare lingua italiana ad una cinquantina di studenti, recuperando tutto il suo sapere classico, con la consapevolezza che la nostra lingua non è fatta solo di suoni e di regole grammaticali, bensì di storie, di vite, di emozioni.
Perciò mi scrisse chiedendomi materiali di ogni genere – film, immagini, poesie, romanzi, rappresentazioni popolari – da offrire ai giovani di Omsk. L’idea di fondo che lo guidava è che i giovani – fratelli e sorelle in questo solo mondo – si stavano, allo stesso modo, interrogando sul senso dell’esistenza.
Fu così che Mario ritornò alla sua passione dell’infanzia: a quando veniva a Piubega dai nonni paterni per vedere i burattini. A Mantova, burattini voleva dire Augusto Corniani, coi suoi spettacoli dai testi semplici, adatti ai bambini del dopoguerra. Come non cogliere, dunque, l’opportunità di portare agli studenti di Omsk quell’incanto tipicamente italiano? Fu così, che, oltre a farsi ponte tra Mantova ed Omsk per molti altri aspetti culturali Mario riuscì a portare – incredibilmente – in Siberia, la ‘baracca dei burattini’ di Corniani.
Nel 2013, infatti, ci fu un Festival ad Omsk. La Compagnia mantovana, col figlio di Augusto, Maurizio Corniani, partecipò e si aggiudicò il primo premio della rassegna: motivo di grande orgoglio per i Corniani, per Mantova e, naturalmente, per Mario, già malato. Con la grande generosità che lo ha sempre contrassegnato, in quella circostanza, Mario ebbe a donare la sua raccolta ‘mondiale’ di maschere e pupazzi a Maurizio e al nipote, che ora continuano l’opera dell’amato Augusto.
I tanti doni e ricordi che Mario Pavesi ha lasciato, specie negli anni della sua permanenza ad Omsk, verranno raccolti e portati il prossimo sabato 6 aprile, dalle 15.30, nel Convegno ‘Mantova-Omsk: un ponte di culture’, in Sala “Pozzo”, presso il Museo Diocesano di Mantova. A relazionare, col Presidente della Associazione Mario Grandi, saranno lo stesso Maurizio Corniani, Giordano Cavallari, Marco Bellini – già collaboratori della Caritas diocesana ad Omsk – con don Aldo Basso e i maestri Giordano Fermi e Salvatore Ragonese: testimoni tutti dell’opera di Mario Pavesi ad Omsk.
Il Presidente della Provincia, Carlo Bottani, concluderà portando il suo personale ricordo della straordinaria figura di Mario Pavesi.
Italo Bassotto
Info: www.mantova-live.it boxofficemantova@gmail.com
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